Quando il ristorante aziendale è uno strumento per essere più competitivi

Non semplici mense, ma veri e propri ristoranti aziendali, curati nel design quanto nell’offerta: aumentano gli investimenti delle aziende nei servizi di ristorazione collettiva, ormai percepiti sempre più spesso come veri e propri strumenti di welfare. E quindi un mezzo per diventare più competitivi sul mercato del lavoro e aumentare il senso di appartenenza dei propri collaboratori.

Retention dei dipendenti

Questa tendenza è stata registrata in modo particolare a seguito della pandemia da Covid, quando è aumentata l’attenzione generale verso i temi del benessere, della salute e della sostenibilità. “Le aziende con le quali ci interfacciamo - spiega Giorgio Pilosio, area manager Nord-Est del Gruppo Elior - non cercano solo una mensa per la pausa pranzo dei propri collaboratori ma chiedono un vero e proprio ristorante aziendale, che dia un servizio di welfare”.

E vale anche per le piccole e medie imprese, alle prese con la fedeltà dei dipendenti: “Il personale qualificato è molto richiesto e corteggiato dai competitor: devi farlo stare bene, con una ristorazione di livello in un ambiente piacevole e curato”.

La ristorazione come valore aziendale

Ultimamente, aggiunge Donatella Scalco, sales account del Gruppo, “il servizio di ristorazione aziendale viene sempre più percepito come uno strumento utile per trasmettere il valore dell’azienda alle persone che ci lavorano”. Infatti aumenta l’attenzione verso criteri come la qualità del cibo, il rispetto dei principi della Dieta Mediterranea, con proposte che abbracciano stili alimentari anche molto diversi tra loro, sostenibilità ambientale, lotta allo spreco alimentare e ovviamente il design degli spazi, che devono essere curati per renderli piacevoli da vivere.

Insomma, “non è più il benefit degli anni ’90, ma si è trasformato in uno strumento che permette alle aziende di trattenere i propri talenti e quindi di essere anche più competitive nel mercato del lavoro”. Soprattutto in alcuni settori dove c’è molto turn-over.

In pausa pranzo come a casa

L’obiettivo dei nuovi ristoranti aziendali è, o almeno dovrebbe essere, far sentire il proprio collaboratore in pausa pranzo non all’interno di una mensa di lavoro, ma come a casa. O al ristorante. E infatti cresce il numero delle aziende disposte a investire nel restyling dei propri spazi, per trasformare quella che un tempo era la mensa o per aggiungere uno spazio dedicato alla ristorazione laddove prima non c’era, anche in base ai nuovi trend nell’ambito dell’architettura.

“È molto importante questo passaggio, e lo ribadisco spesso ai nostri clienti, perché il ristorante aziendale dovrebbe essere percepito da tutti come il proprio ristorante - sottolinea Scalco -. Il termine ristorante aziendale, usato al posto di mensa, aiuta a qualificare il servizio e trasmette il bello di andare condividere un momento di pausa, dove c’è qualcuno che si prende cura di noi in modo professionale, ci fa sentire accolti e coccolati”.

Un posto bello

Ecco perché oggi non dovremmo più parlare genericamente di mensa ma di un posto bello, un ambiente piacevole che trasmette cura a chi ci va a mangiare. “La pausa pranzo è il momento in cui smetto di lavorare e mi siedo a mangiare, magari con i miei colleghi, e nel quale la mia azienda mi fa stare bene, senza limitarsi a darmi velocemente qualcosa da mangiare tra una fase produttiva e l’altra”.

Questo è il messaggio che ogni giorno cerchiamo di trasmettere ai nostri clienti, il valore della ristorazione collettiva come lo intende il Gruppo Elior. “Saperlo comunicare ai propri dipendenti e collaboratori, attraverso giornate a tema, menù speciali e un’offerta quotidiana curata e attenta, è il bello del nostro lavoro”.