Educazione alimentare: quanto ne sanno le famiglie?

Quando si parla di educazione alimentare si fa spesso riferimento al mondo della scuola e al ruolo fondamentale esercitato dalla mensa scolastica e dagli insegnanti nel trasmettere ai bambini i principi di una sana alimentazione.

Ma quanto ne sanno mamma e papà? Cosa succede quando ragazzi e ragazze tornano a casa affamati e pronti per la merenda? E cosa viene loro proposto a colazione o a cena?

Lo stato dell’arte dell’educazione alimentare

Con l’aiuto di The European House Ambrosetti, nel mese di maggio abbiamo analizzato lo stato dell’arte dell’educazione alimentare nei bambini italiani, intervistando 50 insegnanti e 900 genitori. L’obiettivo? Conoscere le abitudini alimentari in famiglia e valutare qual è la percezione dell’importanza dell’educazione alimentare per una crescita sana dei bambini.

Siamo convinti che scuola e famiglia debbano condividere una visione comune legata all’importanza del mangiare bene, in modo che le regole siano le stesse ovunque. Ma è davvero così?

Tra il dire e il fare…

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, dice la saggezza popolare. E anche in questo caso, l’antico proverbio ha purtroppo ragione.

Partiamo dalla buona notizia: secondo i dati raccolti dalla survey, le famiglie attribuiscono un’elevata importanza all’educazione alimentare per la crescita in salute dei propri figli, tanto da considerarsi come il riferimento principale per l’educazione alimentare delle nuove generazioni. Non solo: dimostrano anche attenzione verso un’alimentazione sana nei pasti casalinghi. Sulla teoria, insomma, le famiglie italiane sono preparate.

…c’è di mezzo il mare

Il discorso cambia quando si passa alla pratica: i principi di diete sane ed equilibrate sembrano rimanere solo sulla carta anziché nel piatto.

Dalle risposte ottenute nell’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana, risulta che:

  • solo il 13% delle famiglie segue i principi della Dieta Mediterranea

  • l’Italia è il secondo peggior paese Ocse per quota di bambini sovrappeso/obesi tra i 5 e i 9 anni (42% dato nazionale vs 31% media Ocse). Peggio di noi fanno solo gli Stati Uniti.

Frutta, verdura e attività fisica

Chiunque abbia mai dato un’occhiata alla piramide alimentare avrà notato che alla base c’è uno stile di vita attivo, il fare sport e movimento. Appena sopra c’è il consumo quotidiano di frutta e verdura, di cui dovremmo mangiare cinque porzioni al giorno.

Eppure, anche se il 31% delle famiglie intervistate conosce quante porzioni di frutta e verdura sono necessarie al giorno, solo l’8% raggiunge questa quota con i propri figli. Una percentuale che scende al 4% al Nord-Est, mentre nelle regioni del Nord-Ovest si sale almeno al 10%. In entrambi i casi c’è poco da stare allegri, visto che siamo ben lontani dall’obiettivo.

In aggiunta a questo dato sconfortante, c’è anche il fatto che un quarto dei bambini italiani non pratica abbastanza attività fisica settimanalmente, soprattutto al Sud e nelle isole.

L’importanza della scuola

Rimane centrale il ruolo della scuola: metà delle famiglie intervistate le riconosce il ruolo di fornitore dei pasti principali (pranzo e merenda) e di educatore primario, insieme alla famiglia, per garantire un’alimentazione sana ed equilibrata.

E allora viene da chiedersi: mangiare bene a scuola è possibile? E soprattutto, è realizzabile vista la scarsità di mense scolastiche esistenti in Italia (meno di una scuola su tre ne è dotata)?

A chi tocca fare educazione alimentare?

Molte scuole, inoltre, non prevedono alcuna attività formale di educazione alimentare, anche se le famiglie vorrebbero che diventasse una vera e propria materia di studio, inserita nei programmi scolastici settimanali.

Inoltre, anche se le famiglie percepiscono gli insegnanti come educatori fondamentali per la nutrizione dei bambini, il loro grado di preparazione sulla materia è considerato medio. Basta un dato su tutti: solo il 7% delle attività di educazione alimentare nelle scuole viene messa in atto da specialisti del tema.

La ristorazione collettiva a scuola

Tra questi ci siamo anche noi: il 94,3% delle famiglie è favorevole al coinvolgimento degli operatori della ristorazione collettiva nelle attività di educazione alimentare ai bambini. E il 41% dei genitori vorrebbe essere coinvolto anche in prima persona in queste iniziative.

Musica per le nostre orecchie! Elior da sempre investe tantissimo in ambito education, sia attraverso laboratori e progetti di educazione alimentare, sia in tecnologie. Siamo stati i primi a portare l’intelligenza artificiale nelle mense scolastiche per combattere lo spreco di cibo e sensibilizzare bambini e insegnanti sul tema. Perché anche così si formano le nuove generazioni in vista di una società più sana, sostenibile e consapevole.

Noi ci siamo. E tu?