Tra leggenda e tradizione contadina: i giorni della merla

Il mese di gennaio in molte culture è associato a leggende e tradizioni popolari tramandate di generazione in generazione. Una delle più affascinanti di questo periodo è legata ai cosiddetti giorni della merla, un nome che evoca suggestioni di freddo e buio, ma che nasconde una storia ricca di significato per il mondo contadino.

L'origine del nome: Giorni della Merla

Partiamo dall’inizio: quali sono i giorni della merla? Gli ultimi tre di gennaio, quindi 29,30 e 31. Secondo la leggenda, sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno, quando la morsa del gelo tocca il culmine e le giornate sono particolarmente gelide e buie.

Si tratta, quindi, di una delle classiche storie per rappresentare l’inverno e l’arrivo della primavera, un passaggio di stagione particolarmente cruciale nel mondo contadino e già protagonista di miti e leggende al tempo di Greci e Romani. Se i giorni della merla sono freddi, infatti, leggenda vuole che la primavera non tarderà ad arrivare: se invece sono miti, l’inverno e il brutto tempo potrebbero durare ancora a lungo.

La leggenda della merla

La leggenda più diffusa racconta di una merla bianca che, durante una delle giornate più rigide dell'anno, si rifugiò con i suoi piccoli vicino a un comignolo. Dopo tre giorni, a causa della fuliggine, erano diventati tutti neri, colore che divenne la livrea ufficiale dei merli.

I giorni della merla nella tradizione contadina

Nei tempi antichi, quando la vita ruotava attorno al ritmo delle stagioni e alle attività agricole, i giorni della merla rivestivano un'importanza particolare nel mondo contadino, perché era il momento critico in cui si dovevano affrontare le sfide più dure dell'inverno.

A fine gennaio, le riserve di cibo si esaurivano, e il gelo intenso rendeva difficile il lavoro nei campi. I contadini erano costretti a fare affidamento sulle scorte alimentari raccolte durante l'autunno e a trovare strategie per affrontare l'ultima fase invernale. I giorni della merla erano quindi caratterizzati da una lotta contro il freddo, la fame e l'attesa della primavera che portasse con sé nuove opportunità agricole.

L’inverno a tavola

Cosa c’entra tutto questo con noi? Beh, i nostri menù tengono sempre conto del calendario per proporre piatti a base di verdura di stagione. Come la famiglia delle crucifere, composta da broccoli, verze e cavoli: si tratta di un tesoro di nutrienti perché questi ortaggi sono ricchi di vitamina C e K, betacarotene, fibre e acido folico. Inoltre, a fronte di poche calorie garantiscono un alto potere saziante. Insomma, come raccomanda la Dieta Mediterranea, che insieme ai cereali mette frutta e verdura alla base della nostra alimentazione, è quel che serve per una vita sana e in salute.