Proprietà del melograno, che dovremmo chiamare melagrana

Dolce, dal colore intenso e brillante come un rubino, al quale i chicchi somigliano così tanto, il melograno compare spesso sulle tavole natalizie.

Sarà che il rosso richiama le feste (e ci aiuta a consumare i cinque colori della salute!), che i chicchi ben si prestano a decorare piatti e dare un tocco allegro all’insalata, anche se non sappiamo mai come sgranarlo.

Insomma, il melograno piace e fa bene, eppure il più delle volte lo chiamiamo in modo sbagliato.

Melograno o melagrana?

Lo definiamo melograno ma in realtà questo è il nome della pianta. Il frutto, cioè quello che noi effettivamente mangiamo, è la melagrana: deriva dal latino melum granatum, a indicare una mela con i grani.

Questo spiega l’origine antichissima del melograno: appartiene alla famiglia delle Punicacee e nell’antica Persia, ovvero l’attuale Iran, era coltivato già 4mila anni fa, tanto che ancora oggi il melograno è presente in tantissime ricette tradizionali persiane. Furono poi Fenici, Greci e Romani a importarlo in Europa: nell’antica Roma, c’era l’usanza di adornare il capo delle spose con i fiori di melograno, in segno di augurio per una vita lunga e felice.

Possiamo dire che il melograno, o meglio la melagrana, è davvero un frutto della Dieta Mediterranea!

Come si chiamano i chicchi del melograno?

Appurato che dovremmo sempre riferirci al frutto chiamandolo melagrana, sveliamo un’altra curiosità: come si chiamano i suoi chicchi? Sono gli arilli, termine generico che indica una parte esterna al seme che cresce con lui. I semi di melograno, infatti, sono circondati da una polpa lucida rosso-trasparente: l’insieme di semi e arilli compone il chicco, che quando è spremuto fornisce un succo rosso rubino particolarmente gustoso oppure uno sciroppo – la granatina – spesso usata nella preparazione di cocktail.

Quanti sono i chicchi del melograno?

Una domanda con la quale potete tenere banco durante una cena con gli amici: sapete quanti sono i chicchi del melograno? Non c’è una sola risposta, ovviamente, perché dipende dalla dimensione del frutto.

Secondo la simbologia ebraica, però, la melagrana contiene 613 semi, lo stesso numero delle 613 prescrizioni scritte nella Torah. Inoltre, la melagrana p uno dei sette frutti della Terra Promessa elencati nella Bibbia: anche per questo motivo, ha da sempre avuto un forte valore simbolico in molte culture antiche.

Melograno: proprietà e benefici

Oltre a essere buona e particolarmente decorativa, la melagrana vanta molte proprietà utili per l’organismo, a conferma che la salute inizia dalla tavola.

In una melagrana troviamo infatti un ottimo contenuto di vitamina A e B, sali minerali, fibre e antiossidanti, a fronte di poche calorie. Anche la scorza, se fatta essiccare e poi usata per preparare tisane e infusi, ha effetti digestivi, antinfiammatori e sedativi.

Proviamo ad abbinarla alle verdure crucifere, tipiche della stagione invernale, per un pieno di salute ed energia!