Biometano dai rifiuti organici: 80 tonnellate di anidride carbonica risparmiate in un anno

Valorizzazione dei rifiuti organici, lotta allo spreco alimentare e sostenibilità: sono risultati concreti quelli registrati a un anno dall’avvio del progetto di economia circolare siglato tra Elior e il Gruppo Hera.

Nuova vita agli scarti di cucina

La partnership, avviata nel 2022, prevede che gli scarti delle cucine e della consumazione dei pasti di 20 punti di ristorazione nelle province di Bologna e Modena siano trasformati in biometano e compost all’interno dell’impianto Hera a Sant’Agata Bolognese, il primo impianto di produzione di biometano su scala industriale realizzato in Italia da una multiutility. Un modo per favorire economia circolare, sostenibilità ambientale, da sempre un punto fondamentale nella strategia Elior, e mobilità sostenibile.

Alla base del progetto c’è la valorizzazione del rifiuto organico prodotto, ovviamente al netto del nostro impegno costante per ridurre il food waste in ogni modo, ad esempio attraverso il progetto Io Non Spreco avviato in scuole e aziende.

I vantaggi per il territorio

Grazie all’accordo con il Gruppo Hera, i rifiuti organici raccolti in alcuni punti di ristorazione gestiti da Elior viene trasformato in biometano e compost, chiudendo un cerchio virtuoso che parte dagli scarti delle cucine e ritorna al territorio.

In che modo? Grazie all’immissione in rete del gas prodotto, usato, ad esempio, per alimentare mezzi pubblici e privati, per usi domestici come cucinare o riscaldarsi.

I benefici sono diversi e riguardano l’economia circolare e la mobilità sostenibile.

Cos’è il biometano

Il biometano è un gas rinnovabile al 100%, quindi capace di ridurre notevolmente l’impatto ambientale rispetto ai combustibili di origine fossile.

Non solo: oltre al biometano, dai rifiuti organici si produce anche compost di qualità, utilizzabile come ammendante in agricoltura o per produrre terriccio per la piantumazione e il giardinaggio.

I risultati concreti

Tutto molto bello ma concretamente?

Nel primo anno di progetto abbiamo ottenuto risultati più che incoraggianti. Sono stati calcolati in termini di produzione di biometano monitorando la produzione di rifiuto organico raccolto e stimando i relativi impatti ambientali.

In sintesi:

  • 512 tonnellate di rifiuti organici raccolte in un anno in 20 punti ristoro Elior tra Bologna e Modena (che dispongono di contenitori dedicati per la raccolta differenziata del rifiuto organico) e destinate alla produzione di biocarburante.

  • 41mila metri cubi di biometano prodotti, pari a 33 tonnellate equivalenti di petrolio evitate.

  • 80 tonnellate di anidride carbonica risparmiate rispetto alla produzione della stessa quantità di carburante di origine fossile, corrispondenti all’anidride carbonica assorbita da 800 alberi in un anno.

Il biocarburante prodotto

Il biocarburante prodotto è tanto o poco? Per dare un’idea più precisa, con i 41mila metri cubi ottenuti di biometano si potrebbero percorrere più di 570mila chilometri. Equivale al consumo annuo di 29 auto di media cilindrata (calcolando che un’auto di media cilindrata percorre in media 14 chilometri con un metro cubo di metano).

Come si arriva a questo risultato? Nello stabilimento del Gruppo Hera a Sant’ASgata Bolognese, i rifiuti organici vengono sottoposti a un processo di biodigestione anaerobica, producendo biogas. Questo a sua volta viene sottoposto a raffinazione, attraversando controcorrente acqua pressurizzata. A questo punto, l’anidride carbonica si separa dal metano e si ottiene il biometano.

Per ottenere il compost, all’organico solido in uscita dal processo di biodigestione anaerobica, viene aggiunto materiale fatto di legno e cellulosa, derivante dalla raccolta territoriale di sfalci e potature. Così si ottiene una massa strutturata che viene avviata alla fase di compostaggio aerobico, da cui si ricava il compost.