Turismo: il food&beverage in hotel dopo la pandemia

In molte città estere è normale andare nel ristorante di un hotel anche se non si è ospiti della struttura: da Londra a New York, da Las Vegas a Parigi, molti alberghi vantano al proprio interno ristoranti e bar di primo piano, che godono di una “vita propria” indipendente e sono molto vissuti dai cittadini.

Darsi appuntamento in hotel per un brunch, un aperitivo, una colazione di lavoro, un pranzo in veranda o una romantica cena, insomma, è molto comune perché gli hotel, soprattutto nelle capitali o nelle località di vacanza, sono diventati spazi sempre più aperti al territorio. E di conseguenza hanno saputo attirare nomi illustri e chef di fama a guidare i propri servizi di food&beverage.

Perché un conto è occuparsi di ospitalità in senso stretto, un altro è saper fare ristorazione.

Ristorazione collettiva in hotel

Proviamo per un attimo a guardare dietro le quinte di un hotel: gestirlo è molto complicato, soprattutto se parliamo di grandi strutture.

Oltre a un numero elevato di camere, ci sono spesso i centri convegni, magari una spa, se siamo in un luogo di villeggiatura probabilmente ci sarà anche un baby club. E poi c’è tutta la parte ristorativa: la colazione, il servizio in camera, uno o più ristoranti, il bar, le cucine, il personale di sale, i cuochi. Non è affatto semplice tenere tutto sotto controllo a livello gestionale, anche perché spesso si usano software diversi a seconda del servizio.

Eppure sarà sempre più fondamentale per hotel, resort e villaggi turistici poter offrire un adeguato livello di ristorazione, ai propri ospiti così come a chi vive e lavora nelle vicinanze o a chi si trova per turismo di passaggio. E non solo in piena stagione turistica ma anche nei cosiddetti mesi di spalla e in inverno.

Lo dicono i numeri.

Enogastronomia: una leva per il turismo

Secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, la crescita del fenomeno enogastronomico è costante: se nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti, nel 2021 la percentuale è cresciuta al 55%.

L’enogastronomia, insomma, può diventare un volano per il turismo in Italia e per le strutture ricettive, aiutando anche a destagionalizzare la domanda visto che un weekend gastronomico è una proposta valida 12 mesi l’anno. E ora che la ripresa dei viaggi è sempre più vicina, con il Green Pass che almeno a livello europeo ci permetterà di viaggiare più facilmente, poter garantire una valida proposta food & beverage rappresenta anche un vantaggio competitivo per gli hotel in vista di convegni e grandi eventi. Un esempio su tutti? Le Olimpiadi Milano Cortina 2026.

I cambiamenti post Covid

Basta pensare anche a quel che è successo nei mesi scorsi: i ristoranti degli hotel hanno potuto rimanere aperti per i propri ospiti anche quando tutti gli altri hanno dovuto chiudere per le restrizioni anti-Covid. Le restrizioni, inoltre, hanno fatto riscoprire l’Italia agli italiani, che sempre più spesso vogliono “assaggiare i territori”, scoprire prodotti tipici, assaporare le ricette della tradizione e ritrovare a tavola al ristorante i vini prodotti nella cantina visitata il pomeriggio.

Questo trend ha un enorme potenziale ma va saputo gestire al meglio, soprattutto dopo una pandemia sanitaria che ha cambiato il mondo e le esigenze delle persone, puntando i riflettori su sicurezza, nuove normative, igiene e qualità. Non basta più saper allestire un buffet, insomma: occorre garantire attenzione alle materie prime, legami con produttori e territorio, rispetto per intolleranze e allergie ma anche per la crescente attenzione al benessere a tavola.

Siamo tutti foodlover

La riscoperta del piacere di mangiare fuori e le maggiori libertà guadagnate con la diminuzione dei contagi, vanno di pari passo con l’aumento sui social network e i portali specializzati delle recensioni lasciate dai clienti.

È un tasto che i ristoratori conoscono da sempre e che peserà sempre di più, per un ristorante, così come per un hotel, perché dopo oltre un anno e mezzo chiusi in casa abbiamo tutti una gran voglia di ritrovare la nostra socialità, adesso che è estate così come nel prossimo inverno. E si sa, nessun posto è meglio della tavola!

Ecco perché sarà ancora più fondamentale, una volta terminata l’emergenza sanitaria, poter contare su una valida proposta food&beverage, che deve essere gestita al meglio, anche esternalizzandola nel caso in cui la struttura non sia in grado di organizzarla in autonomia.