L’impegno di Elior per favorire l’empowerment delle donne nella ristorazione

Un’analisi a 360 gradi e un audit che coinvolge l’intera azienda a livello nazionale: l’impegno di Elior verso la parità di genere si concretizza in un impegno strutturato basato su analisi scientifiche.

La società leader nella ristorazione collettiva in Italia riceverà in questi giorni i risultati dell’audit sulla Gender Equality aziendale, per capire punti di forza e necessari di miglioramento. Ma alcuni dati e indicatori la indicano come un’azienda a forte capitale “rosa”, soprattutto se paragonati alla media nazionale, presentata nell’indagine IDEM di Mind The Gap.

Elior aderisce al progetto IDEM di Mind The Gap

La start-up universitaria è un acceleratore di percorso di tutte quelle organizzazioni che vogliono impegnarsi (davvero) a raggiungere la Gender Equality. Tramite consulenze, analisi, misurazioni, percorso di certificazione e interventi mirati, la cultura della parità ad ogni livello viene valorizzata e concretizzata a livello aziendale.

La posizione femminile in Italia fotografata da IDEM delinea un ruolo di fragilità, dove sono ancora oggi le donne quelle messe a dura prova dalla pandemia, dalla perdita dei posti di lavoro e dall’assistenza della famiglia a casa. La pandemia ha colpito soprattutto le donne nel 2020, dove oltre il 70% dei lavori persi sono quelli femminili (anche perchè molte erano nei servizi).

Inoltre, sono sempre le donne che prendono in carico il 74% del lavoro di cura a casa, e pur essendo istruite, lavorano in posizioni che richiedono livello di istruzione più basso.

La forza delle presenze femminili in Elior

La buona notizia è che Elior ha una forte presenza femminile al suo interno: si parla del 71% di lavoratrici donne, anche se i ruoli dirigenziali sono ancora più maschili che femminili”.

“Ora vogliamo fare un passo in avanti per adottare best practices e valorizzare il ruolo delle donne anche nei ruoli dirigenziali” ha spiegato Ilaria D’Aquila, HR Director Elior Italia, dando il via a un webinar, moderato dalla giornalista Monica D’Ascenzo (Il Sole 24Ore) su “Come favorire l’empowerment delle donne nella ristorazione?”.

Nel frattempo, l’azienda ha promosso un’analisi dello stato dell’arte interno e fissato degli obiettivi per i prossimi anni, con incremento della copertura di ruoli manageriali dal 9% attuale al 30% del 2025 al 47% nel middle management entro il 2030.

Resta forte la presenza femminile nei settori della ristorazione scolastica e aziendale. “Soprattutto nelle mense scolastiche, molti sono lavori a misura di mamma” commenta Clara Mori,coordinator nelle scuole private “Spesso part time che permettono anche ritmi e tempi che conciliano carriera e famiglia”.

E sono lavori fatti con passione, che creano legami con i clienti: “Sapeste quanti bimbi scrivono bigliettini per le loro cuoche!”

L’impegno di Elior per la parità di genere

Ma se una donna non volesse un part time e volesse ricoprire altri ruoli dirigenziali? Come conciliare casa e lavoro? E deve essere tutto sulle spalle femminili?

Da qui la necessità di fare il punto con gli addetti ai lavori e capire le aree che necessitano di maggior intervento, a tutto vantaggio della parità di genere ma, nel complesso, anche del welfare aziendale e del benessere dei lavoratori, uomini e donne.

La politica di Elior Italia, basata sul rispetto delle persone e sulla volontà di coinvolgerle nei processi ha dato così vita a una serie di azioni concrete in questa direzione. Dal progetto IDEM alla tavola rotonda di ieri, per stimolare il confronto e arricchire il percorso di sviluppo di Diversity e Inclusione.

Tante donne, ma meno donne che gestiscono il business: perché?

Per Cristina Gamba, responsabile della divisione Pulcini (che offre in outsourcing la gestione di asili nido aziendali), la conciliazione vita-lavoro che rende difficili le carriere al femminile può essere migliorata con servizi di welfare a supporto (come gli asili nido) e percorsi di integrazione che coinvolgano i genitori nell’inserimento dei bimbi.

Ancora oggi la donna è vista come unico punto di riferimento per la gestione della famiglia, mentre questo ruolo dovrà andarsi a parificare tra uomo e donna.

Lavoro di squadra

Per gli chef Elior Catia Poggesi e Roberto Boschetti, il lavoro di squadra e la valorizzazione delle professionalità sono due pilastri del benessere in campo lavorativo e del dialogo tra uomini e donne. “Stima e fiducia reciproca sono motori fondamentali, mentre la passione è il collante” ha detto Boschetti, che lavora in un team con 15 donne. “Dove non mi sono mai posto come il capo, ma come figura al servizio per far crescere il personale”.

Per Isabelle Renoirte (settore aziendale Elior) i punti di forza di un ruolo manageriale femminile è che le donne sono meno concentrate sul proprio ego e più diplomatiche, con grandi abilità organizzative, mentre per Francesca Rima(regional coordinator Sud) soprattutto durante la pandemia l’empatia femminile è stata un grande valore aggiunto, e la capacità di trasformare un ostacolo in sfida. Enzo Vota (regional manager) individua nella volontà, nella dedizione e nel pragmatismo delle colleghe le qualità vincenti che spingono il gruppo a crescere e emergere.

Anche per Carlotta Marchi, direttore di produzione in cucina centrale “Nessuno mi chiama direttore, siamo un gruppo che collabora e che deve far funzionare una nuova linea, come iColti che porterà un format nuovo su scala nazionale”.

I luoghi comuni da sfatare…

Ci sono ancora luoghi comuni da sfatare. Ad esempio, il pregiudizio che a parità di livello, la donna non sappia imporsi o sia considerata “meno tecnica” dell’uomo, come ha raccontato Giorgia Del Torre (Regional Coordinator Emilia): “Devi dimostrare di più di uomo, soprattutto se lavori in ambito tecnico” .

…e i punti da valorizzare

Insomma, diversi modi di vedere e di sentire, dove è importante sintonizzarsi sulla stessa linea comunicativa.

È emersa nel webinar anche l’importanza di un allineamento del linguaggio che in ambienti molto maschili può mettere a disagio una donna, anche se l’attenzione a questo fenomeno sta cambiando.

Conclude D’Aquila: “Grazie alla misura di alcune metriche abbiamo scoperto siamo un’azienda molto orientata al femminile e alla crescita professionale. Negli ultimi 3 anni abbiamo promosso il 61% delle persone, e le le formiamo mediamente di più, Ma abbiamo anche scoperto che le promozioni arrivano in un tempo leggermente per le donne rispetto a uomini (si parla di qualche mese di differenza) e anche questo è qualcosa che sta già cambiando ma che andremo sicuramente a monitorare nei prossimi anni”.